sabato, 26 Ottobre 2024
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Maltempo in Emilia-Romagna, Bonaccini chiede lo stato d’emergenza

Per i nubifragi tra il 20 e il 29 giugno, stimati 230 milioni di danni solo per il pubblico

REGGIO EMILIA – Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha firmato e inviato alla premier Giorgia Meloni la richiesta di stato di emergenza nazionale per le “eccezionali avversità atmosferiche e i conseguenti danni” che hanno colpito quasi tutta la regione tra il 20 e il 29 giugno scorsi.

La richiesta è stata inviata per conoscenza anche al ministero per la Protezione Civile guidato da Nello Musumeci e al capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. La ricognizione dei danni e la successiva istruttoria, fa sapere la Regione, ha portato ad una stima di 230 milioni di euro solo per la parte pubblica.

L’ondata di maltempo, ricorda viale Aldo Moro, ha visto il picco più grave tra il 23 e il 25 giugno. Prima con temporali sparsi, poi dalla mattinata di lunedì 24 con precipitazioni intense a partire dalle zone appenniniche del modenese, reggiano e parmense. In totale, nei tre giorni sono stati misurati valori superiori ai 150 millimetri nel bacino montano di Parma, con punte superiori ai 180-200 millimetri al confine con il reggiano. La pioggia media areale caduta solo il 24 giugno “risulta essere il valore più elevato tra quelli disponibili dal 1961 a oggi”. I corsi d’acqua interessati dalle piene più significative sono stati il Parma, l’Enza, il Crostolo, il Secchia e il Panaro. Le piene, inoltre, hanno registrato livello di colmo superiore ai massimi storici in molte sezioni di corsi d’acqua minori come il Rossena e il Tresinaro, affluenti del Secchia, e su altri torrenti e rii dei territori colpiti, causando esondazioni e allagamenti.

Più contenute, ricorda ancora la Regione, le piene sul Secchia, “grazie alla laminazione esercitata dalla cassa di espansione, e sul Panaro, grazie all’effetto di un’altra cassa di espansione”. Si sono, infine, verificate “centinaia di frane, piccoli smottamenti, ruscellamenti diffusi sui versanti che hanno causato diverse interruzioni della rete stradale provinciale e comunale, con isolamento di località, abitati e case sparse, rendendo necessarie alcune evacuazioni”

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