REGGIO EMILIA – Il 3 aprile scorso, nel carcere di Reggio Emilia, un detenuto tunisino di 40 anni ha subito un violento pestaggio da parte di agenti della polizia penitenziaria, come dimostrato dai video delle telecamere di sorveglianza interne. Le immagini, mostrate dall’Ansa che ha avuto il filmato, rivelano un’azione brutale e sproporzionata: il detenuto è stato gettato a terra, colpito ripetutamente sul volto e sul costato, calpestato con gli scarponi, trattenuto per braccia e gambe e infine trascinato nella sua cella, il tutto mentre era incappucciato e privato della libertà.
Questo episodio ha scosso profondamente l’avvocato Luca Sebastiani, difensore del detenuto, che ha definito le immagini “agghiaccianti e inaccettabili”. Il legale ha elogiato il lavoro tempestivo svolto dalla Procura di Reggio Emilia nell’indagare sull’incidente e nel recuperare le prove video dell’aggressione.
Sebastiani ha enfatizzato l’importanza di un approccio garantista durante l’udienza preliminare, evitando di emettere giudizi affrettati prima che il giudice possa valutare il caso nel suo complesso. Ha anche sollevato la necessità di avviare un serio dibattito politico riguardante questa vicenda, considerando la gravità dell’episodio e le preoccupazioni pregresse riguardanti i casi di tortura nelle carceri italiane.
Questo incidente solleva interrogativi cruciali sul trattamento dei detenuti e sull’importanza di garantire il rispetto dei diritti umani anche in contesti detentivi. Sebastiani ha espresso la speranza che questa vicenda possa portare a un’attenta riflessione e a un miglioramento delle condizioni carcerarie nel Paese.
Per quel che riguarda la fase processuale della vicenda, la pm della Procura di Reggio Emilia Maria Rita Pantani ha chiesto il rinvio a giudizio per i dieci agenti di polizia penitenziaria che sono accusati, a vario titolo, di tortura, lesioni e falso. L’udienza preliminare è stata fissata per il 14 marzo davanti alla Gup Silvia Guareschi.