REGGIO EMILIA – Danish Hasnain, lo zio accusato dell’omicidio di Saman Abbas e che ne ha fatto ritrovare il corpo a novembre del 2022, voleva condurre gli inquirenti sul luogo dove la nipote era stata sepolta (sotto due metri di terra in un casolare pericolante di Novellara) almeno sei o sette mesi prima.
Cosa che avrebbe facilitato, e non poco, il lavoro dei medici legali che hanno esaminato i resti della ragazza. E’ quanto emerge da una nuova intercettazione presentata oggi dalla Procura di Reggio, nell’udienza in cui si è chiusa l’istruttoria dibattimentale del processo a carico di cinque parenti della 18enne pachistana scomparsa nel 2021 e ritrovata cadavere.
Nel file audio, registrato da un agente penitenziario del carcere di Reggio Emilia a ottobre del 2022, Danish Hasnain afferma parlando con un altro detenuto che avrebbe fatto trovare il corpo di Saman in cambio dell’arrivo in Italia di sua moglie e che, da diversi mesi, stava chiedendo al suo difensore di negoziare con la Procura. La Corte d’Assise, presieduta da Cristina Beretti, ha tuttavia deciso di non accogliere la produzione dell’intercettazione.
Venerdì prossimo inizierà intanto la requisitoria del procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il padre di Saman, Shabbar Abbas, potrebbe fare dichiarazioni spontanee per raccontare la sua versione dell’omicidio della figlia.