Saman, “pressioni sul fratello per ritrattare”

Il verbale con le dichiarazioni di una psicologa è stato depositato agli atti del processo per l'omicidio della 18enne pakistana, da parte della Procura reggiana

REGGIO EMILIA – Il fratello di Saman è profondamente preoccupato e arrabbiato per le pressioni incessanti che sta subendo dall’estero per ritrattare le sue dichiarazioni accusatorie contro i familiari. Una psicologa, intervistata dai carabinieri all’inizio di settembre, ha fornito una testimonianza che chiarisce lo stato d’animo del giovane.

Il verbale con le dichiarazioni della professionista è stato depositato agli atti del processo per l’omicidio della 18enne pakistana, da parte della Procura reggiana.

Secondo la professionista, il fratello di Saman è apparso molto agitato, infuriato e angosciato a causa delle telefonate e dei messaggi che riceve da parte di familiari e parenti della madre, alcuni dei quali risiedono a Londra o in Pakistan.

Questi parenti lo stanno contattando in un tentativo di convincerlo a ritrattare o a modificare la sua versione delle vicende. Inoltre, lo hanno minacciato, sottolineando che se non avesse seguito le loro indicazioni, sarebbe accaduto qualcosa di grave a sua madre, Nazia Shaheen, l’unica dei cinque imputati ancora in fuga.

La psicologa ha anche riferito che questi familiari hanno detto al ragazzo, che era minorenne al momento della scomparsa di sua sorella alla fine di aprile 2021, che a causa delle sue testimonianze “ci sono dei bambini che non sono mai potuti stare con i propri genitori”.

Le pressioni su di lui sono continuate con la minaccia che, se avesse rivelato la verità, sarebbe stato abbandonato completamente e si sarebbe ritrovato da solo. Ha ricevuto telefonate e messaggi continui, spesso quasi ogni giorno.