REGGIO EMILIA – A Reggio Emilia torna il gay pride con la festa della comunità Lbgti per rivendicare “un posto sicuro” dalle aggressioni a sfondo omofobo e portare avanti la battaglia per l’affermazione dei propri diritti. La manifestazione, la seconda che si svolge nella città del Tricolore dopo quella del 2017 con 17.000 partecipanti, avrà luogo domenica 25 giugno. A promuoverla il circolo Arcigay “Gioconda” di Reggio con il patrocinio del Comune e il sostegno di 65 tra enti locali, associazioni e sindacati che hanno aderito all’evento, collaborando alla sua realizzazione. Madrina del “pride” reggiano è la linguista Vera Gheno, fautrice del linguaggio inclusivo e promotrice del sostantivo neutro “Schwa” (?) in opposizione a quello di genere maschile.
Il programma della giornata del gay pride prevede iniziative già dalla mattinata in piazza della Vittoria, punto d’arrivo anche del corteo con concentramento in viale IV novembre previsto alle 16 per poi arrivare in piazza della Vittoria alle 18. Qui spazio agli interventi istituzionali (tra cui quello della presidente nazionale di Arcigay Natascia Maesi) e alla musica – fino alle 23 – con anche un’esibizione della cantante Antonella Lo Coco. Tutto il ricavato della manifestazione andrà alla “Casa Arcobaleno” intitolata a Pier Vittorio Tondelli, che da novembre del 2022 accoglie le persone Lgbiti rifiutate dalle famiglie. “Sarà una giornata di festa per i diritti, anche quelli richiesti e non ancora riconosciuti, a cui auspichiamo che il Governo e il legislatore vogliano dare una risposta”, dice Luca Vecchi, sindaco di Reggio, città che ha celebrato nell’agosto del 2016 la prima unione civile di una coppia omosessuale.
“Credo che per Reggio il pride sia un fatto naturale, coerente e conseguente al percorso sul tema dei diritti civili che abbiamo svolto in questi anni, e per il quale di recente abbiamo avuto un riconoscimento dall’Unione europea”, aggiunge il primo cittadino. Nel capoluogo emiliano, infatti, sono attivi tra l’altro un tavolo contro le discriminazioni di genere (che il ddl Zan, poi tramontato, chiedeva di punire più severamente,ndr) e un punto di accesso endocrinologico per le persone trans in ospedale. “Per noi sarà un pride anche di protesta – commenta il presidente provinciale dell’Arcigay Alberto Nicolini – per riaffermare i diritti conquistati e opporci alle politiche di questo Governo che mirano a cancellare le nostre esistenze”.
Continua Nicolini: “Parleremo di famiglie arcobaleno, di migranti Lgbti, di violenza di genere e anche di servizi e diritti, che devono essere patrimonio di tutti i cittadini qualunque sia il loro orientamento sessuale”. Il Comune di Reggio Emilia “c’è e su questi temi continuerà a dare il buon esempio”, dice l’assessore comunale alle Pari opportunità Annalisa Rabitti. “Non possono esistere i diritti civili senza quelli sociali, ecco perché sosteniamo il Remilia Pride e saremo al fianco di Arcigay in piazza domenica prossima”, afferma il segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Cristian Sesena.
Secondo cui “l’attuale Governo sta compiendo una vera crociata contro i diritti che negli anni sono stati conquistati: il diritto alla interruzione volontaria di gravidanza viene messo in discussione ogni giorno, un accanimento feroce è stato dimostrato verso i figli ‘arcobaleno’ per non parlare della gestazione per altri che sta per essere dichiarata ‘reato universale’”. Dunque, “mai come adesso, è necessario mobilitarci per i diritti di tutti”, conclude Sesena.