Silk Faw, supercar in mostra e dipendenti senza stipendio

Silk Sport company presenta, in questi giorni, il suo modello S9 di supercar elettrica in mostra al Concorso D'Eleganza Villa D'Este di Cernobbio

REGGIO EMILIA – Silk Sport company presenta, in questi giorni, il suo modello S9 di supercar elettrica in mostra al Concorso D’Eleganza Villa D’Este di Cernobbio, che si tiene in questo fine settimana dal 19 al 21 maggio. Si tratta di un appuntamento che, da anni, porta sulle rive del lago di Como alcune delle auto più belle della storia.

Una cornice decisamente affascinante che, tuttavia, stride con il fatto che Silk Sport Company ha da poco presentato una richiesta di concordato al tribunale di Reggio Emilia ed è gravata da debiti per ben 19 milioni di euro, di cui 16,6 milioni nei confronti dei fornitori, alcuni dei quali, tra l’altro, hanno già ottenuto dei decreti ingiuntivi da parte del Tribunale per ottenere un risarcimento.

Il progetto della ex Silk-Faw Automotive Group Italy Srl è oramai tramontato. L’azienda sino americana doveva costruire una fabbrica di supercar elettriche a Gavassa in grado di dare lavoro a mille persone con un investimento di oltre un miliardo di euro. Peccato che i soldi non si siano mai visti e che, alla fine, la Regione abbia revocato i 4,5 milioni di euro che doveva dare come contributo e che il Comune di Reggio abbia stralciato dal piano urbanistico il cambio di destinazione da agricola a industriale di una parte (79mila metri quadri) del terreno da 31 ettari in zona Gavassa su cui dovrebbe sorgere il polo produttivo visto che, nell’arco di due anni, l’azienda non ha mai dato l’impressione di essere in grado di costruire alunché nell’area.

Inoltre la Finanza di Reggio Emilia sta indagando per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti della fantomatica joint venture. Nel marzo scorso c’è stato un blitz delle Fiamme Gialle negli uffici romani di Invitalia, l’agenzia governativa responsabile dell’erogazione di finanziamenti per iniziative industriali. Questo perché in passato Silk Faw aveva fatto domanda per ottenere 38 milioni di euro di sostegni pubblici, tramite l’accesso ai fondi del Pnrr, in cambio di investimenti per 380 milioni di euro.

Investimenti che, per ora, non si sono mai visti. Come non hanno finora visto buona parte dei loro stipendi molti dei dipendenti di Silk Faw che si sono rivolti ad avvocati per fare causa con una serie di ingiunzioni di pagamento. L’ultimo atto di questa telenovela, che dura da due anni ,è il via libera del Tribunale di Reggio al piano di risanamento presentato da Silk Sports Car Company Srl (questo, da giugno 2022, il nuovo nome di Silk Faw Automotive Group Italia Srl), che prevede l’iniezione di capitali freschi per portare al salone internazionale dell’auto di Ginevra, che si terrà in ottobre a Doha, in Qatar, tre nuovi prototipi.

Per saldare i debiti (19 milioni di euro, dei quali 16,6 verso i fornitori) la società è in attesa dell’erogazione di un ammontare complessivo di 30 milioni di dollari attraverso delle “convertible promissory notes”, in sostanza prestiti convertibili in capitale. Il denaro dovrebbe arrivare, in gran parte, da Giga Carbon Neutrality, azienda “leader mondiale nella fornitura di sistemi vehicle-to-everything” che, sulla base di un contratto stipulato il 10 ottobre dell’anno scorso, dovrebbe mettere 25 milioni di dollari.

Altri 5 milioni, invece, saranno versati, secondo un impegno sottoscritto il 15 novembre 2022, da Humaid Abdulla Masaood, fondatore, ad e presidente del gruppo Abdulla Al Masaood Sons, una società attiva in diversi settori, tra cui l’automotive. In attesa di capire se questa sarà l’ennesima promessa che cade nel vuoto, oppure un vero e proprio rilancio del progetto, gli appassionati di auto possono andarsi a vedere il famoso prototipo dell’auto elettrica S9 a Cernobbio.

Commenta amaramente Reggio Emilia in Comune: “Partecipare a questa mostra automobilistica costa migliaia di euro mentre i dipendenti sono in contratto di solidarietà e i fornitori attendono il saldo dei debiti accumulati dalla Silk Sport Company. La macchina esposta godrà del marchio Made in Reggio, Motor Valley. L’ennesima presa in giro di una Joint venture osannata dai nostri amministratori che ha portato solo debiti e un danno di immagine enorme al nostro tessuto produttivo. Una vergogna che non ha nulla a che vedere con l’eleganza, come Reggio Emilia in Comune chiediamo una forte presa di posizione di sindacati e amministratori locali”.