Manovra Cgil e Uil regionali: “Rischio recessione tra pochi mesi”

Bussandri e Zignani: "Tredicesime mangiate da carovita e pure la Regione e' colpita"

BOLOGNA – Lo spettro della recessione nel 2023, la precarietà del lavoro, la sanità che soffre da troppi anni e ora sconta i mancati fondi Covid attesi da Roma, le pensioni povere e l’opzione donna “taroccata”, politiche industriali che mancano non solo contro il caro energia, una mensilità di stipendi mangiata dal carovita. E una Regione Emilia-Romagna che, a sua volta, può fare di più. Cgil e Uil dall’Emilia-Romagna, per iniziativa dei segretari generali Massimo Bussandri e Giuliano Zignani, rilanciano forte e chiaro contro la manovra del Governo, preparandosi allo sciopero generale di quattro ore di venerdì.

Proclamata da lunedì a livello nazionale dai due sindacati confederali, la mobilitazione viene proclamata a livello regionale e scandita da varie iniziative territoriali da giorni già in programma. “Il grande assente” in tutto questo, dice Bussandri oggi in conferenza stampa, è la Cisl, che seppur si dica non convinta della manovra del Governo Meloni preferisce aspettare i prossimi tavoli annunciati, prima di scendere in piazza. In ogni caso, sia la Cgil sia la Uil sono convinte di poter recuperare presto l’unità sindacale, considerata solo ‘in pausa’ in questa fase.

Mentre Bussandri, intanto, vede quella di venerdì come un primo passo di una mobilitazione più ampia, anche Zignani incalza: “Ci auguriamo- dice il leader regionale Uil- che il Governo dia risposte su pensioni, fisco e sanità, i temi che ci portano venerdì a scendere in piazza. Se così sarà, non sarà necessario avviare un nuovo periodo di lotta: purtroppo però- nota Zignani- questa legge di stabilità non guarda al futuro, quindi temiamo che il confronto con questo Governo non sarà semplice. In gioco c’è la società del domani, e su questo la visione del Governo non è quella dei sindacati confederali. Vogliamo dare risposte importanti alla gente che rappresentiamo: lavoratrici e lavoratori, pensionati e soprattutto i giovani”. Bussandri pressa anche a livello regionale: “L’Emilia-Romagna- sottolinea- non è una Regione-Stato anche se è una terra resistente da sempre, dove manifattura ed export hanno creato una base di ricchezza diffusa. Ma la regione non vive isolata da un contesto di paese molto problematico, in cui le risposte di questa legge di bilancio sono diametralmente opposte alle necessità che abbiamo segnalato”.

Uil e Cgil temono rischi di privatizzazione della sanità, di fatto: “Il tema esplosivo, che ci troviamo ad affrontare quasi quotidianamente, è quello – continua il segretario regionale Cgil – della sanità e della tenuta del suo perimetro pubblico a favore di tutti i cittadini. Da una parte ci sono politiche nazionali sbagliate, che continuano a non garantire le risorse necessarie al territorio, e dall’altra c’è l’urgenza che la nostra Regione rimetta in campo programmi e politiche a sostegno di un’idea di sanità pubblica che oggi manca. Un altro esempio è il carovita, che sta colpendo in maniera importante anche in Emilia-Romagna. Anche qui, infatti, lavoratori dipendenti e pensionati arriveranno alla fine di quest’anno con una mensilità in meno: la tredicesima è completamente erosa dall’inflazione”.

Per questo, Bussandri sprona “le istituzioni locali e territoriali a contrastare con impegno i contenuti di questa manovra e il disegno di paese che nasconde. È ora che le istituzioni a loro volta battano un colpo”. Rincara Zignani: “I voucher non sono una risposta al problema della sicurezza e ai morti sul lavoro, e più in generale anche in Emilia-Romagna, dove in generale si vive ancora bene, emergono sacche di povertà che fino a 10 anni fa non c’erano. Basta vedere i bolognesi in fila alle Cucine popolari. Nel 2023 temiamo una ripresa della cassa integrazione, fra l’altro. Bisogna recuperare risorse dall’evasione fiscale”.