Iran, il Pd in Emilia-Romagna abbraccia la lotta delle donne per la libertà

Mumolo: “Anche dalla Regione un messaggio chiaro per la libertà delle donne iraniane e il rilascio di Alessia Piperno”

BOLOGNA – “In questo momento di grande incertezza per la pace e di ulteriore minaccia per i diritti umani, scendiamo in piazza a fianco delle donne iraniane e di tutte le ragazze e donne che nel mondo stanno coraggiosamente alla testa dei movimenti di popolo per la libertà, contro tutte le dittature”.

Con queste parole il Pd e la Conferenza delle donne democratiche dell’Emilia-Romagna partecipano oggi alla manifestazione di Bologna promossa da Cgil-Cisl-Uil. “Facciamo la nostra parte anche nelle istituzioni, affinché la solidarietà si traduca in sostegno alle donne e pressione nei confronti dei regimi che negano i diritti fondamentali e la soggettività femminile”, dicono ancora ricordando come sia “fondamentale tenere accesi i riflettori a lungo sulle proteste, perché queste ragazze e donne coraggiose che sfidano il regime e così i tanti giovani che sono al loro fianco, non vanno lasciate sole. Oltre che per un atto simbolico di sorellanza, è anche per la loro sicurezza”.

In Regione, i dem Antonio Mumolo e Roberta Mori firmano una mozione che chiede una “condanna” della comunità internazionale per “le violazioni perpetrate in Iran” e perchè “ogni relazione con il governo iraniano” esiga il “rispetto dei fondamentali diritti umani di tutti i cittadini e le cittadine dell’Iran”. Il Pd invita poi la giunta Bonaccini a chiedere che la Farnesina prema sull’ambasciata dell’Iran e ottenga la liberazione della giovane italiana arrestata.

Alla manifestazione di Bologna ci sarà anche il deputato Pd Andrea De Maria, che dice: “La lotta di tante e tanti in Iran per i diritti delle donne ha un grandissimo valore. È una lotta per la libertà e contro una oppressione brutale e retrograda. Il Governo italiano assuma tutte le iniziative diplomatiche possibili per chiedere che il regime iraniano metta fine ad una repressione violenta ed inaccettabile”.