Caro bollette, la Uil scuote i sindaci: “Siete ignavi”

Zignani: "Difendono Hera invece che chiedere fondi per le famiglie"

BOLOGNA – Da Hera non arrivano novità e allora la Uil interviene il tackle contro i sindaci dell’Emilia-Romagna, colpevoli secondo il segretario Giuliano Zignani di non fare abbastanza per orientare la multiutility sul caro-bollette. “Quanto sta accadendo in Emilia-Romagna, ove la stragrande maggioranza delle amministrazioni è retta da coalizioni di sinistra, ha dell’incredibile per non dire dell’immorale”, attacca Zignani.

“Ed è la dimostrazione plastica del perché la sinistra abbia perso le elezioni; tra l’altro così in malo modo”. Come Uil Emilia-Romagna, ricorda Zignani, “abbiamo chiesto alla politica, a tutti i partiti e a tutte le amministrazioni emiliano-romagnole, di approvare un ordine del giorno che impegni i Comuni a intervenire sulle multiutility affinché destinino, almeno, una parte degli extra profitti alle famiglie strozzate dalle bollette. Una scelta politica che più di sinistra non si può. E invece cosa sta accadendo? La stragrande maggioranza delle amministrazioni o difende multiutility oppure bofonchia di provvedimenti futuri. Signori: il futuro è qui e ora. Le famiglie hanno bisogno qui e ora. Cosa state aspettando?”.

“Meglio chiarirci subito: siamo a un passo dal baratro”, prosegue Zignani. “L’orchestrina suonava mentre il Titanic affondava. Si vuole davvero questo? La Uil Emilia-Romagna non ci sta”. Però “in mezzo a questa ignavia delle amministrazioni, la Uil Emilia-Romagna apre una linea di credito al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che annuncia un tavolo con le parti sociali sul ‘caro bollette’. Aspettiamo la data e soprattutto le sue proposte, caro sindaco”.

“Ricordo, se mai ci fosse qualche smemorato- conclude ancora il segretario Uil con una nota di sarcasmo- che nel Cda delle multiutility non siede il sindacato, ma persone nominate dai Comuni”. Le multiutility “le hanno volute quelle stesse amministrazioni che, in questo modo, hanno consegnato i loro bilanci a imprese che ogni anno staccano lauti assegni. Questa stortura va raddrizzata: occorre un governo etico di queste imprese pubbliche”.