MODENA – Aumentano gli infortuni sul lavoro tra le donne. “Luana e Laila, i casi simbolo dell’anno scorso, morte in fabbrica rispettivamente a Prato e Camposanto, non sono purtroppo le uniche vittime di un fenomeno che ha ripreso a crescere dopo il calo registrato durante la pandemia Covid”. Lo segnala la Cisl Emilia Centrale, analizzando il bollettino Inail del periodo gennaio-giugno 2022 sulle denunce di infortunio e malattie professionali. In Emilia-Romagna le denunce per infortunio sono state 42.569, in aumento del 20,79% rispetto al primo semestre 2021.
Sono calati gli esiti mortali (39 contro 51, -23,53%) e sono diminuite anche le denunce di malattie professionali: nei primi sei mesi sono state 2.855, 33 in meno dello stesso periodo dell’anno scorso. Colpisce, nota il sindacato, che a livello nazionale l’aumento degli infortuni tra le donne (+66,80%) sia oltre il doppio di quello tra gli uomini (+29,42%). Quelli con esiti mortali, poi, sono diminuiti tra i maschi (-16,22%) e cresciuti tra le femmine (+7,84%). Il trend è diverso nelle denunce per malattie professionali, che a livello nazionale crescono in percentuale più tra gli uomini che tra le donne.
“Purtroppo nella campagna elettorale appena terminata- si rammarica Domenico Chiatto, della segreteria Cisl Emilia Centrale- si è parlato poco di salute e sicurezza sul lavoro. Ci auguriamo che il nuovo Governo, appena sarà insediato, metta il tema al centro della sua agenda. Noi, intanto, chiediamo che tutti i finanziamenti alle imprese siano condizionati a investimenti in salute e sicurezza sul lavoro. Le imprese di ogni settore seguano criteri di qualificazione (anche attraverso il modello della patente a punti) e applichino solo i contratti collettivi di lavoro stipulati dalle associazioni sindacali più rappresentative, soprattutto negli appalti pubblici”.